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Basta avere occhi per immaginare...

Dietro la pietra, molte volte si nasconde altra pietra,dal sapore più antico,ricca di simboli perduti.Basta qualche lavoro di ristrutturazione e l'immagine non è più chimera.Si fa realtà.

Per scorgere nella sua piena bellezza arcana la mansione di Abbadia a Isola,bisogna addentrarsi attraverso la volta ad arco che si incontra all'inizio del paese.Detta anche 'Badia a Isola',la troviamo menzionata già nelle 'Memorie' del viaggio dell'arcivescovo Sigeric come 'Burgenuove',volendo sottolineare come dovesse trattarsi -allora- prima del Mille, di un villaggio appena formato.La zona era impaludata e si ipotizza che la primitiva Abbazia potesse sorgere come un isola sulla terraferma,contornata da paludi.Da qui,avrebbe tratto il nome 'a isola'.Proviamo a immaginare come dovesse apparire al pellegrino di passaggio:un forte senso di stupore e di ammirazione,se ancora oggi fa a noi uno strano effetto e incute forte rispetto.Il primo edificio che si impone alla vista è la chiesa,dedicata a San Salvatore e Cirino,databile al XII secolo.Sulla facciata sono stati rimessi in luce i resti di due portali gemelli,elemento che caratterizzava spessissimo le chiese erette lungo il percorso toscano della Via Francigena.

 

                              

Vi sono due arcatelle cieche soprastanti due bifore nella facciata e archetti pensili laterali che la alleggeriscono.

Attraverso il muro divelto della facciata,si riesce a vedere l'antico capitello della colonna che si trova dietro strati successivi:si noti il motivo dei 'nodi longobardi' e una magnifica stella a otto punte (fiore a otto petali).

 

 

La sua struttura è quella di un monastero,poichè il 4 febbraio 1001 la nobile Ava(vedova di Ildebrando dei Lambardi,di discendenza longobarda) scelse di fondarvi un monastero benedettino intitolato a San Salvatore.

                                      

Oggi il doppio chiostro (su due ordini)è in via di recupero edilizio,dopo momenti di abbandono e degrado.

                           

In questo territorio,compreso tra il Montemaggio e la Val di Strove i nobili di Staggia avevano costituito,a partire del X secolo,un consistente dominio patrimoniale. L'abbazia di Isola fu edificata in un'area impaludata posta all'incrocio dei quattro comitati di Firenze,Fiesole,Siena e Volterra in un tratto importante della via Francigena, alla confluenza di collegamenti secondari per Firenze e Volterra. L'abbazia,dotata di numerosi possessi,fu concepita come strumento di consolidamento patrimoniale della famiglia fondatrice e realizzando quel connubbio tra monachesimo e nobiltà,tra atto religioso e obbiettivi politici,cosa frequente nella società altomedievale. Conobbe grande espansione,con l'acquisizione di terre e castelli,per tutto il sec.XI, rafforzando la funzione di controllo sul territorio e  della Via Francigena, al servizio della quale furono realizzati uno spedale,documentato dal 1050 ed uno xenodochio documentato dal 1102.Tra l'XI e il XII secolo il complesso monastico era già strutturato e si presentava come un insediamento fortificato dotato di mura,porte e torre di difesa, identificabile nella torre campanaria.

La chiesa è a tre navate,ciascuna terminante con un abside,ma noi l'abbiamo trovata chiusa,pertanto,quando l'abbiamo aggirata su consiglio di un gentile paesano,qual'è stata la meraviglia scoprendo la sua parte 'nascosta'alla vista (infatti oltre c'è sola campagna).

 

 

                                         

Lo stile è noi molto familiare,ricordandoci tante,troppe costruzioni di mano 'comacina'per credere che si tratti di pura 'coincidenza'.Vi sono delle monofore che concedono illuminazione all'interno,molto sobrie,e anche nella parte inferiore si trovano piccole,monofore per illuminare forse una cripta?

                                 

Un pannello presente nei pressi ci conferma la presenza di artefici 'lombardi'in loco.

"La costruzione della nuova chiesa abbaziale risale al XII secolo e fu,consacrata nel 1173 in onore di San Cirino a impianto basilicale triabsidato a tre navate con pilastri polilobati alternati a colonne di derivazione lombarda,modello diffuso tra le abbazie benedettine in Val d'Elsa.In facciata si ergeva un portale bigemino di derivazione oltralpina e ancora in parte visibile,tipico delle chiese di pellegrinaggio.

Le recensioni attestano,quindi, un gusto romanico-lombardo anche all'interno,in cui vi sarebbero (usiamo il condizionale perchè purtroppo non abbiamo potuto entrare) alternanza di pilastri a fascio e colonne a divisione delle navate.Molto interessanti le opere d'arte interne,come un fonte battesimale in marmo alabastrino del 1419;affreschi e tele di epoca rinascimentale.Viene segnalato che qui era conservato un lavoro di un certo 'maestro di Badia a Isola',costituito da una Maestà del XIII secolo,oggi trasferita nel museo diocesano di Colle Val d'Elsa.

                                  

Una 'faccina' solitaria è scolpita sul fianco della parete terminale (tra l'ultima absidiola e la parete di fianco della chiesa):un anonimo Maestro costruttore che ha voluto lasciare la propria impronta imperitura? 

Tali volti si ritrovano spessissimo scolpiti sulle chiese romaniche fino ad oggi da noi  visitate e,di volta in volta,documentate nel nostro possibile.

                                               

 

                                        

Tra il XIII e il XIV secolo l'autorità abbaziale cominciò a cedere sotto la spinta espansionistica dei comuni cittadini e in particolare di Siena che,nel 1376,fortificò il monastero inserendolo nel sistema di castelli alla frontiera del contado.Nel 1446 l'Abbazia di Isola fu annessa al monastero di Sant'Eugenio presso Siena.

                       

Seduti sul prato leggermente scosceso che si distende dalle absidi in poi,oltre i campi,l'occhio può spaziare libero tra cielo e terra,e il respiro si imbeve d'infinito,per ricolmare l'anima assetata.Sullo sfondo,in lontananza,si notano le turrite sentinelle di Monteriggioni che ci ridestano al presente e al contempo ricordano il contrastato passato che si è snodato attraverso questa terra.

In fondo appare il castello di Monteriggioni,la cui costruzione (1215)minò fin dall'inizio la ricchezza e il potere dei monaci."Vennero il cittadino Uggeri e il castellano del comune senese di Monteriggioni e la maggior parte degli uomini del castello,in armi. Bastonarono,percossero il monaco Piero e il converso Rinaldo,che era rappresentante del monastero dell'Isola e i falciatori che erano lì con loro. E così violentemente li cacciarono e li espulsero".I monaci si dovettero accontentare di metà della piana del Canneto,che resero poi terra fertile con poderi che ricordano ancora negli stemmi,le proprietà dell'Abbazia.

 

 

                                (Marisa Uberti-Avvertenze/Disclaimer)