www.duepassinelmistero.com

 

TEMATICHE:

Aggiornamenti

Alchimia

Antiche Civiltà

Archeoastronomia

Architetture

Colonne e Nodi

Due passi nell'Italia nascosta

Due passi nei misteri esteri

Fenomeni Insoliti

Interviste

L'Uomo e Dio

Maestri Comacini

Medioevo e...

Mistero o Mito?

Personaggi

Simbolismo

Simbologia e Cultura Orientale

Storia e dintorni...

Templari "magazine

Ultimi Reports

UTILITY:

Archivio reports

Bacheca

Collaboratori

Extra sito

Libri del mese

Links amici

Ricerca veloce titoli per argomento

SERVIZI:

FORUM

Newsletter

Avvertenze/ disclaimer

 

 

     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Intervista al dr. Roberto Volterri - Archeologo e scrittore

(di Marisa U., su concessione del dr.R.Volterri- avvertenze/disclaimer) 

Conosco il dr.Volterri da circa tre anni, preminentemente per via telematica.Di lui mi ha sempre colpito la grandissima capacità di stimolare chi lo segue attraverso i suoi scritti, la chiarezza di linguaggio, la varietà dei campi d’indagine che lo coinvolgono sempre in prima persona, imprimendovi la passione che lo caratterizza e che giunge, intatta, ai suoi lettori. Personalmente ho imparato moltissimo dalle sue ricerche, dai suoi studi, e ho potuto attingere nuove conoscenze che mi hanno permesso di ‘crescere’ come persona e come “Ricercatrice Indipendente”, sentendomi costantemente sostenuta in questo cammino, apprendendo un ‘metodo scientifico’ da questo studioso, che ha sempre dimostrato grande disponibilità, competenza e semplicità, doti che – in questo specifico campo - possono risultare anche rare. Colgo l’occasione per ringraziarlo, quindi, pubblicamente e potete immaginare la mia emozione e la mia gioia quando ho potuto incontrarlo e ‘chiacchierare’ con lui, apprendendo ulteriormente informazioni importanti e potendo vedere direttamente il suo ‘territorio operativo’. Quello che segue è il resoconto dell’intervista che gentilmente mi ha permesso di realizzare, durante la quale sono stati toccati temi affascinanti e che, seppur in minima parte, possono rendere l’idea di quale sia la vastità di conoscenze teoriche e pratiche che animano le sue ricerche, istituzionali… o meno.

 

Roma, 7/05/2004

  Il dr.Volterri, cortesissimo e sorridente, mi riceve nel suo studio all’Università, dove svolge ricerche (unite all’insegnamento pratico agli studenti) di Archeometallurgia, utilizzando tecniche d’analisi quali la Microscopia Elettronica a Scansione (SEM) e la Microanalisi a Dispersione di Energia (EDS). Nella foto

  uno degli strumenti e il dr.Volterri nel laboratorio all’ università

Mi spiega molte cose circa le funzioni degli strumenti presenti nei vari laboratori universitari e mi parla delle sue analisi, che sono destinate a chiarire sia quale possa essere la composizione metallica (singolo elemento o leghe) di reperti antichi che pervengono alla sua osservazione e a quella del piccolo gruppo di ricerca nel quale opera, sia quali possano essere state in antico alcune tecniche di lavorazione che hanno portato alla realizzazione di particolari reperti, quali ad esempio alcuni gioielli fenicio-punici rinvenuti in una necropoli di Ibiza. Tramite le tecniche citate, sofisticate ma che non forniscono però alcuna informazione circa la datazione ‘strumentale’ dei reperti, si scopre se, ad esempio, un oggetto – moneta, anello o altro manufatto metallico – considerato tutto d’oro, sia in realtà solo ‘ricoperto’ di questo elemento, riservando all’interno metalli meno ‘nobili’. Ciò consente al ricercatore di mettere in luce tecnologie usate in passato e a volte di scoprire anche… dei falsi.

  Il campo d’indagine è piuttosto vasto, come si può intuire, e riserva sicuramente interessanti sorprese.

Saliamo nello studio e posso vedere come esso sia pieno di libri, documenti, immagini, reperti, cosa che mi procura subito una sensazione di benessere, come fosse familiare, e che mi  ricorda la poliedricità dello studioso che ho di fronte, il quale porta avanti, collateralmente alla professione di ricercatore, indagini personali da oltre quarant’anni, da quando era praticamente un ragazzino! Oltre ai libri, ha pubblicato molti articoli su diverse testate, tra le quali “GLI ARCANI”, in cui si è occupato di tecniche elettroniche per lo studio dell’ ESP; “FOTOGRAFARE”, in cui esponeva temi legati alla Fotografia ad alta tensione (effetto Kirlian); è stato collaboratore di “ABSTRACTA”. Attualmente è presente mensilmente sulla rivista “HERA” (miti,Civiltà scomparse, Misteri archeologici…), di cui è anche Consulente Scientifico.

E’ interessato a vari campi dello scibile umano, tra cui ricordo la clipeologia, la parapsicologia, la biologia, l’esoterismo, ma l’elenco potrebbe continuare ad allungarsi.

  1) M- Come si ‘conciliano’ tutte queste eterogenee branche, dottore?

  V- Apparentemente non si conciliano affatto, ma solo apparentemente. In realtà esse possiedono un comune denominatore che dovrebbe ‘unire’ chiunque si avvicini alla scienza, alla ricerca e che desideri capire più a fondo il mondo che lo circonda: il ‘mistero’, nella più ampia accezione del termine.

‘Mistero’ in cui lei, molto opportunamente, esorta, ‘in rete’, a compiere… ‘due passi’!

Non avrebbe senso mantenere in vita istituzioni universitarie di ricerca o altri Enti ad essa preposti se…si conoscesse tutto. In realtà si conoscono solo alcuni aspetti della realtà fenomenica in cui siamo ‘immersi’.

Il progresso scientifico procede con legge esponenziale: solo un secolo fa si accendevano i ‘lumi a gas’ e oggi esploriamo la Luna e Marte con robot comandati da questo piccolo pianeta chiamato Terra…

E domani?

Tornando per un attimo alla Parapsicologia e alle altre ‘proibite’ (ma da chi?) discipline, il cervello umano e le sue funzioni sono conosciute solo in minima parte e, di conseguenza, non possiamo rifiutare a priori che esso possa costituire il ‘motore’ da cui hanno origine alcune ‘misteriose’ facoltà dell’uomo: la Telepatia, la Precognizione, la Psicocinesi e altre ancora.

Anche la Clipeologia (Paleoastronautica o come la vogliamo chiamare) costituisce un ‘universo’ di conoscenze ancora da esplorare: in molti dipinti, in molte testimonianze letterarie e archeologiche sono contenuti indizi (se proprio non vogliamo definirli ‘prove’) che questo minuscolo pianeta, situato ai margini di una Galassia non proprio ‘di prima grandezza’ è stato ‘visitato’ in passato da ‘qualcuno’ proveniente da ‘altrove’.

Indagando in libri di storia dell’arte, in precedenti studi di altri ricercatori, in testimonianze archeologiche visitate di persona, a lungo andare ne è nato un libro ‘”Narrano antiche cronache…” (Edizioni Hera) in cui sono raccolti quasi tutti gli ‘indizi’ di cui parlavo prima.

2)-M- Dottore, lei fin da giovanissimo si è interessato ai fenomeni “paranormali”,sperimentando personalmente alcuni apparecchi elettronici dedicati alla ricerca ESP: come ricorda quel periodo e com’era vissuta tale ricerca a quel tempo, nell’ambiente? Cosa è cambiato, nel frattempo, a suo modo di vedere?

V- Ho iniziato ad occuparmi delle esperienze cosiddette ‘paranormali’ poiché…le vivevo in casa osservando alcuni esperiementi di mio padre, Oliviero, cultore di ipnosi, di alcune tecniche yoga, di radioestesia e rabdomanzia. In Africa aveva cercato vene idriche sotterranee per conto degli inglesi e i suoi esperimenti, tornato in Italia, con la ‘bacchetta rabdomantica’ non potevano non incuriosire un bambino di nove o dieci anni…

Lo incuriosirono talmente che quel bambino iniziò a cercare libri sull’argomento. Libri.. che non c’erano o meglio si trovavano solo con molte difficoltà sulle classiche ‘bancarelle’ (le mitiche ‘Edizioni Bocca’…). La mia ricerca bibliografica procedeva così, tra un libro del Vinci sulla Radioestesia, uno di Mircea Eliade sullo Sciamanesimo e le tecniche dell’estasi e… ritagli di giornale della famosa ‘Tribuna illustrata’ in cui il Prof. Tommaso Palamidessi teneva una rubrica densa di informazioni, suggerimenti, notizie… sul mistero.

3)- M- Se non vado errato, il suo primo libro fu “Psicotronica”, del 1976, cui seguì “Enigma Uomo”, nel 1977; poi “Alla Ricerca del Pensiero”, nel 1979, editi dalla Casa Editrice “SugarCo”, la stessa che ha pubblicato recentissimamente la riedizione aggiornata di “Dimensione Tempo” che uscì nel 1991 e che ho avuto il piacere di leggere. Può dare, a grandi linee, l’idea da cosa nasca - oggi- la volontà di riproporre una tematica così scottante e affascinante come i fenomeni precognitivi e la loro ‘sperimentazione’?

V- Dopo mille esperimenti ‘autarchici’ nei più svariati campi del cosiddetto ‘paranormale’, dopo quell’avventurosa ricerca bibliografica, venne finalmente… il dott. Massimo Inardi, mitico campione di un noto telequiz, e con lui anche la ‘Parapsicologia’ in Italia. E i libri su tali argomenti…

Prima del compianto amico Inardi, a cui sono grato per le Prefazioni scritte per i miei primi due libri , “Psicotronica” ed” Enigma Uomo”, gli studi parapsicologici erano noti solo ad un ristretto gruppo di appassionati facenti capo ad organizzazioni private come la Società Italiana di Parapsicologia, l’Associazione Italiana di Studi Metapsichici e pochissime altre.

Dopo le apparizioni televisive di Inardi, moltissimi italiani si buttarono a capofitto – spesso in modo, diciamo così, ‘disordinato’ – in questo affascinante campo di indagine.

Anche le Case Editrici!

Ebbi così modo di concretizzare le mie esperienze, i miei studi, prima in una serie di articoli su ‘gli Arcani’, rivista dedicata a questo strano ‘universo’ di conoscenze, poi nei libri che lei ha prima citato. Tenni per oltre tre anni anche una rubrica intitolata proprio ‘Psicotronica’ in cui rispondevo ai lettori che sperimentavano con gli strumenti elettronici descritti nei citati libri.

Oggi, con il progredire della tecnologia, soprattutto dell’elettronica, ritengo che alcune ricerche possano essere condotte in modo molto più rigoroso e attendibile di quanto non si sia fatto in passato. Anche per tale motivo, la Casa Editrice SugarCo, di Milano, ha inteso rieditare quei miei primi lavori, iniziando però da un libro, “Dimensione Tempo” che, per svariate vicende di natura editoriale, non aveva trovato opportuna diffusione. Oggi, opportunamente aggiornato soprattutto dal punto di vista dell’impiego del Personal Computer, è stato ripubblicato nel Marzo 2004 da tale Casa Editrice.

Mi permetta di segnalare, a tale proposito, un sito Internet – realizzato con la validissima collaborazione degli amici informatici Antonio Ape e Giovanni De Fazio – in cui i lettori ‘pigri’ o poco avvezzi a ‘navigare’ tra i ‘misteri’ dell’informatica, potranno trovare valido aiuto nelle loro ricerche sulla Precognizione:

http://digilander.libero.it/dimensione_tempo/index.htm

Nel 2005 la SugarCo editerà anche un mio ‘Manuale di Psicotronica’ che contiene, opportunamente aggiornati quasi tutti i circuiti, gli apparecchi sperimentali per effettuare ricerche ‘ad ampio raggio’, nel campo della fenomenologia paranormale, dal cosiddetto ‘effetto Kirlian’ (su cui ci sarebbe molto da dire…) alla ‘sensibilità dei vegetali’, dalla Psicofonia alla monitorizzazione delle ‘onde cerebrali’. Insomma ce n’è… per tutti i gusti!

Nel frattempo, abbiamo lasciato l’Università e ci ritroviamo in un villino, in campagna, nell’accogliente salotto di casa Volterri, dove incontro la sua gradevolissima signora, Rita, pianista e insegnante di musica e la loro bella figlia Susanna, all’ultimo anno di Psicologia.

Mi colpiscono gli innumerevoli oggetti, tutti pregiatissimi o comunque legati ad esperienze itineranti, ricordi e reperti dei numerosi viaggi di studio e ricerca effettuati dall’archeologo, che non è una persona che ama produrre i propri lavori “a tavolino”, bensì recarsi direttamente nei luoghi che vuole indagare.

Mi guardo attorno e l’occhio non sa dove posarsi: è tutto estremamente degno di essere osservato! Oggettistica europea, africana, sudamericana, orientale; ogni cosa ‘racconta’ una storia. C’è l’immancabile telescopio, con cui il dr.Volterri effettua anche riprese fotografiche molto suggestive e spunta fuori anche un ‘giradischi’ ante-litteram, di quelli a 78 giri con la vecchia e cara manovella, senza impianto di amplificazione, eppure musica e parole sono replicate perfettamente, praticamente… dal nulla!

‘Alta tecnologia’… di un tempo che fu!

Ma il più bello deve ancora venire. Scendiamo per le scale del villino e mi trovo davanti alla porta di quello che, me ne renderò conto di lì a poco, è un vero e proprio “ANTRO”, in cui il dr.Volterri conduce le proprie personali indagini da molti anni. Lo studio si compone di tre locali, ma non dirò di più per conservare la riservatezza di chi vi passa ore a lavorare con passione e lontano dai ‘riflettori’. Il primo colpo d’occhio lo catturano i volumi presenti, in numero impressionante (credo sui 25.000, suddivisi tra questo studio e un altro che è sito altrove) e che, a mio avviso ( perché il dr. Volterri è troppo modesto per ammetterlo), raccolgono gran parte del sapere umano. Almeno in questo affascinante campo d’indagine…

 Nel terzo locale che visito, vi sono apparecchiature elettroniche di vario genere, circuiti elettrici sperimentali, apparati di ricezione/trasmissione che sfruttano le onde radio, con cui si è collegato con ogni parte del mondo nel corso degli anni…

E scherzando gli domando:

4)-M- Dottore, ma da questo apparecchio giungono anche voci ‘dall’aldilà’?

V- Da questi apparati certamente no: sono apparecchi ricetrasmittenti con cui mi sono collegato, nel corso dei decenni passati quasi…con tutto il mondo, come può constatare dalle cartoline di conferma, le QSL, giuntemi  da molti angoli del piccolo pianeta di cui parlavamo prima.

Anche per cercare informazioni, da studiosi dell’Est europeo, sulle ricerche condotte in quei Paesi. Ma prima della ‘Perestroika’… tutto taceva.

Con le ‘voci di Raudive’ ho effettuato vari esperimenti in passato e qualche ‘strano’ risultato l’ho ottenuto…

  Mentre la ‘radio’ continua ad emettere segnali in alfabeto ‘Morse’ e a dare impulsi telegrafici, sono attratta da un manufatto che riconosco bene, avendolo visto su un libro di Volterri, “Narrano antiche cronache…

di cui si parla nei paragrafi IX e X, relativi alla ‘rivisitazione’ in chiave ‘tecnologica dell’Arca dell’Alleanza.

Mentre sul testo avevo potuto leggere la ‘teoria’, sotto i miei occhi c’è ora qualcosa di straordinario, che credo di vedere in “anteprima” assoluta! Si tratta del ‘Pettorale del Cohen’ (Gran Sacerdote ebraico)

 , che saremmo tentati di considerare uno strumento ‘tecnologico’ a tutti gli effetti, in cui le pietre descritte nel passo biblico potrebbero fungere da tasti o display luminosi in grado di comunicare a Mosè o al Cohen - attraverso simboli o lettere - i voleri di Yavhe, che lo aveva forse… 'progettato'.

Incredibilmente, sotto i miei occhi i display sono accesi e scorrono delle lettere; posso leggere la frase preimpostata che scorre nei  dodici display a sette segmenti:Gloria a Yavhe, ma la sequenza delle lettere si può modificare a piacere azionando degli opportuni dispositivi inseriti alla loro base. Il dr.Volterri ha creato due tipi di ‘Pettorale tecnologico’:uno a frase fissa e l’altro in cui ciascuno potrà inserire una frase di dodici lettere di significato…’biblico’.

5-M- Dottore, ci può  spiegare in sintesi su quale principio si basa il funzionamento di questo ‘pettorale’ e soprattutto come avrebbe potuto essere messo in funzione ai tempi del Mosè biblico?

 -V- Nell’Antico Testamento , a mio parere, molte sono i passi che, riletti  con l’occhio (e la mente) dell’uomo del XXI secolo lasciano trasparire qualcosa di ‘tecnologico’, come se quelle antiche genti fossero in contatto con una realtà molto più progredita di quanto non concedessero le conoscenze del tempo.

Forse una realtà… non di questo mondo.

 Leggendo la descrizione del ‘Pettorale del Gran Sacerdote’ non appare difficile immaginarne una natura, diciamo così, ‘tecnica’, costituita da dispositivi (‘Urim’ e ‘Tummim’) in grado di ‘accendersi’ e ‘spegnersi’ in un’opportuna sequenza.

Sequenza, e messaggio, che solo il Cohen-Gadol, il Sommo Sacerdote, era autorizzato a leggere

Io mi sono limitato a progettare e costruire un dispositivo elettronico abbastanza semplice e realizzabile anche dai lettori di un libro che dovrebbe uscire entro l’anno, “Archeologia dell’Impossibile”. Tale dispositivo, come lei diceva prima, è ‘programmabile’ in modo da fornire frasi di dodici lettere – perché dodici erano le ‘pietre’ costituenti il ‘Pettorale’ – a discrezione del lettore.

Ciò può fornire l’idea di quel che potrebbe essere accaduto moltissimi secoli or sono in terra d’Israele.

Sto pensando anche a come far giungere da lontano, via radio, un qualsiasi messaggio leggibile sui display. Ma questo, per il lettore comune, costituirebbe una complicazione costruttiva  quasi insormontabile. Vedremo…

Tutto ciò, sia ben chiaro, senza avere alcuna ‘blasfema’ intenzione!

: nella foto il dispositivo creato dallo studioso)

 

 

Mi giro. Dietro le mie spalle vi sono due ‘cherubini dorati’, con le ali protese l’uno verso l’altro.Mi ricordano immediatamente il ‘coperchio’ dell’Arca dell’Allenza che nella Bibbia viene descritto. Volterri mi chiede se io voglia vederli in funzione e rispondo subito di si. Accosta un comune oggetto metallico nello spazio tra le due ali e si sviluppa istantaneamente una scarica elettrica, dal colore violetto.

Resto magicamente stupita. Questa tensione sviluppata è in grado di far accendere una lampada al neon, anche di dimensioni notevoli, solo se avvicinata ai ‘cherubini’, ionizzando il gas contenuto nella lampada stessa. L’ho visto personalmente.

Un’ulteriore ipotesi di lavoro circa l’utilizzo dell’Arca dell’Alleanza come “mezzo tecnologico”, che il Testo veterotestamentario ci informa avesse potere di ‘fulminare’ all’istante.

Come ‘sperimentò’ il povero Uzza…

 

-7-M- Mi risulta che lei stia lavorando da molti anni alla stesura di un libro sugli esperimenti condotti negli anni ’30 dallo scienziato italiano Giuseppe Calligaris, sulla possibilità di ‘innescare’ nell’uomo latenti facoltà psichiche attraverso la stimolazione elettrica di ‘punti nodali’ situati sull’epidermide. A che punto sono queste ricerche?

-V- Vanno avanti da molto, troppo tempo! Sto cercando di rendere molto più tecnologicamente affrontabili le esperienze di Calligaris sulle cosiddette ‘catene lineari del corpo e dello spirito’. Ma non è facile. Sto progettando e costruendo (alcuni sono già funzionanti) circuiti per identificare i punti, le placche cutanee su cui esercitare stimolazioni meccaniche ed elettriche in base alle esperienze già condotte da Calligaris. Il tutto, confesso, lo sto indirizzando verso la ricerca…archeologica.

Ma, ripeto, è una faccenda che va avanti da anni e non so quando finirà…

-8-M- Veniamo alla sua ultima fatica letteraria, il libro “L’Universo Magico di Rennes le Chateau”, scritto in collaborazione con il dr.Alessandro Piana. Com’è nata l’idea di questa fruttuosa collaborazione (ricordiamo ai lettori che altri vostri articoli sono apparsi su “Hera”,sempre relativi allo strano villaggio del sud della Francia)? Cosa si propone il libro?

-V- La collaborazione con Alessandro Piana è nata quasi per caso, a seguito di contatti via e-mail, derivanti da scambio di idee su qualche argomento appartenente, manco a dirlo, al mondo del ‘mistero’.

Prima avevo fatto qualche mia personale ricognizione a Rennes le Chateau. Poi ci si recò anche il dott. Piana, biologo di Milano. Così, tra uno scambio di informazioni via SMS (vantaggi della tecnologia!) mentre Piana esplorava la famosa località francese, dopo qualche mio suggerimento… al ‘giovane esploratore del mistero’ e qualche nostra, successiva, intuizione, ne è nato tanto di quel materiale da scriverne un libro.

Un libro in cui si forniscono al lettore molti indizi, tracce, suggerimenti per esplorare molte località italiane in cui sembrano esserci ‘segnacoli’ che in qualche modo potrebbero ricondurre alle curiose vicende dell’enigmatico Berenger Saunière.

Il quale era in contatto – e ciò appare come un’assoluta novità per il pubblico italiano – con una nobildonna del nord d’Italia…

Nobildonna alla quale egli sollecitava l’invio di ‘qualcosa’

Ma nel libro i lettori troveranno anche molte altre ‘novità’, come ad esempio il fatto che il demone che accoglie il visitatore nella strana chiesetta di Rennes le Chateau, forse non è Asmodeo ma un altro meno illustre ma altrettanto ‘inquietante’ rappresentante dell’Infernal Legione.

E poiché Saunière non sembra aver fatto nulla a caso…

Ma non vorrei togliere anzitempo, al lettore, il gusto della scoperta!

  -9-M- Nel libro, si fa riferimento ad alcune chiese italiane che presentano una particolare iscrizione simbolica. L’iscrizione è riportata nel passo biblico di Genesi, 28/17 e anche ripresa in 31,13 e 35,14 ed è famosissima “Terribilis est locus iste”, cioè ‘Questo è un luogo terribile” , noto agli appassionati in odor di ‘mistero’ perché la stessa scritta è presente -appunto- all’ingresso della chiesina di Rennes le Chateau, località nei Pirenei Francesi, legata alle curiose ed enigmatiche vicende dell’abate Saunière. Anzitutto le vorrei chiedere se ha potuto avere contatti con alcune Associazioni locali di queste zone italiane e se conoscono Rennes le Chateau…

  V- Come le dicevo, il libro contiene – divise per regioni – molte  e precise indicazioni su come raggiungere località in cui sia la biblica citazione ‘Terribilis est locus iste’, sia altri ‘segnacoli’ – quali la ‘N’ inversa, il monogramma ‘MA’ e altro ancora. Sono presenti e, a volte, in odor di ‘Rennes le Chateau’.

Come, quasi con certezza, la chiesa di S.Lucia di Piave

Ma contiene anche molte inedite informazioni per quanti vogliano accostarsi all’intricata vicenda.

Alcune associazioni locali conoscono le enigmatiche vicende francesi, altre… sono cadute dalle nuvole ma hanno mostrato molto interesse per quei lontani episodi che, forse, affondano le loro radici in altri avvenimenti molto più lontani nel tempo…

-10-M- Lei ritiene plausibile “una pista esoterica” tra RlC e l’Italia e, soprattutto, ce lo svelerà nel libro?

-V- Crediamo esistesse una sorta di ‘Confraternita’ in cui Saunière ebbe posizione preminente. Molti suoi ‘confratelli’ dei villaggi circostanti conducevano un tenore di vita poco consono alla loro posizione di ‘poveri curati di campagna’.

E qualcuno lasciò anzitempo e in strane circostanze questa ‘valle di lacrime’…

-11-M- Cosa la convince ‘meno’ nell’intricata trama legata a Rennes le Chateau e cosa, a suo parere, c’è ancora da indagare? Sembra sia stato detto di tutto e di più…

-V- Una cosa è certa: Saunière spese in pochi anni una fortuna valutata in miliardi di lire (o in milioni di Euro, se vogliamo aggiornarci…). Non poteva certamente accumularli con la solita trita e ritrita storia delle ‘messe’, né con le offerte dei fedeli!

Né pare accertata la scoperta di un tesoro materiale (oro, gioielli, ecc.) così ingente.

Qualcosa di ‘materiale’ trovò all’inizio delle sue ricerche, ma poi rinvenne un ‘tesoro’ ben più importante e che gli fruttò, grazie al suo silenzio, molto di più…

Forse ciò che trovò non è più a Rennes le Chateau, ma a Parigi, forse a S.Sulpice.

Forse

Sto per accomiatarmi da questo luogo incantevole, dove ogni oggetto sembra essere dotato di un’ anima propria, (o gliel’ha donata Volterri?) ma lo sguardo si posa su una seria di ‘anfore’ che riconosco bene: le riproduzioni delle “Pile di Bagdad”(Nota1)

 

            -                          

che il dr.Volterri ha ‘ricostruito’ usando come elettrolita aceto ed acido citrico (comune succo di limone!): ha ottenuto una tensione  di circa 1 volt. E'ipotizzabile che, messe in serie, le pile dei Parti potessero rendere possibile una 'galvanostegia', tecnica che permetteva agli antichi di ‘rivestire’i monili con un sottilissimo strato d’oro, che con altri metodi sarebbe stato quasi impossibile ottenere?

Noto anche la ricostruzione di una  Bottiglia di Leida” e convengo con il dr. che agli Antichi non servivano sofisticate tecniche o articolati marchingegni per ottenere ciò di cui avevano bisogno.Con ‘poco’, riuscivano ad ottenere ciò che solo dopo secoli si è ‘ri-scoperto’.

-12-M- Dr.Volterri, illustrerà anche queste nel suo prossimo libro, “Archeologia dell’impossibile”? (nella foto : la nuovissima copertina)

-V- Certamente. Anzi, proprio il primo Capitolo è dedicato alla descrizione di come costruire facilmente le cosiddette ‘Pile di Baghdad’ e di come, collegandone in serie un piccolo numero, sia possibile ottenere una tensione di alcuni volt con una corrente erogabile di decine di milliampere, sufficienti per semplici esperimenti di deposizione galvanica… ante litteram!

 

Foto:(le pile di ‘Baghdad’ collegate ‘in serie’)  

Grazie infinite, dottore e sinceri complimenti per le sue Ricerche.

-V- :Grazie a lei!

Note:

(1) (foto) Pila di Baghdad: costituita da un cilindretto, ricavato da un foglio di rame, di 1 cm di diametro e 4 cm di lunghezza,la pila ha bordi saldati con lega di piombo e stagno in rapporto 60/40.Alla sua estremità inferiore era fissato un disco di rame ricoperto di pece o bitume per fare da isolante dall'elettrodo,che era costituito da una bacchetta di ferro sistemata su un tappo di asfalto conficcato in cima al cilindretto di rame.L'elettrolita è sconosciuto,non essendo stata rintracciata alcuna sostanza,ma doveva riempire lo spazio tra la bacchetta di ferro e le pareti del cilindretto di rame. Qui vediamo le parti di cui è costituita che almeno prima del conflitto in Iraq erano conservate al Museo di Baghdad.Viene fatta risalire al 200 d.C. e fu ritrovata nel 1938 da un archeologo tedesco(Wilheilm Koenig)presso una collina vicino a Baghdad. Faceva parte dei resti di un villaggio partico e sembrava una batteria a secco.L'archeologo scoprì, con ricerche successive, che poco distante erano stati rinvenuti quattro oggetti simili a bacchette e che potevano fungere da sbarre collettrici. Scoprì anche che a Berlino si conservavano altri dieci esemplari come quello da lui ritrovato! Un esperto di elettronica si offrì di replicare le 'pile',usando solfato di rame come elettrolita e si accorse che il principio era corretto (oggi è conservato nel Berkshire Museum di Pittsfield).

 

                                        maggio 2004

                           www.duepassinelmistero.com

Le nostre interviste
L'intervista è presente nella sezione Antiche Civiltà di questo sito
Index